lunedì 27 aprile 2020

Ramadan karim kullum!

Sopita di giorno e festaiola di notte, pian piano riapre le sponde anche Betlemme.
Per festeggiare la riapertura di qualche negozio, dopo un mese e mezzo di astinenza, sabato abbiamo mangiato hummus e falafel.

Oggi pomeriggio, finalmente, sono riuscita a scattare qualche foto per il centro.










mercoledì 22 aprile 2020

Le prime dita estive stanno sfiorando la città.
I fiori sbocciano, i sandali guidano i passi e si avvertono nuovi profumi più tiepidi.
Venerdì inizia il mese di ramadan, c'è fermento in piazza.

Da oggi c'è anche un primo tentativo di sbloccare un po' le chiusure. Qualche negozio in più potrà riaprire, mentre ristoranti, scuole e luoghi di aggregazione religiosi rimarranno ancora blindati.
Pensare ad un ritorno frenetico, trafficato e chiassoso mi fa venire voglia di correre a godermi ancora un po' le vie silenziose, gli angoli e le passeggiate prima che finisca questa dimensione cristallizzata.

https://www.internazionale.it/reportage/giuseppe-rizzo/2020/04/21/pandemia-malattia-psichiatrica?fbclid=IwAR3mpseQK0tfwh3rlSc7gqD_RwlcsWpfo_zZhOgVx61zWqeQi8fowizpeVY 
Stamattina ho letto questo articolo sugli effetti del corona in un centro psichiatrico in Lazio.
Non ne sono certa, ma credo che questa situazione stia agitando un po' gli animi anche dove lavoro io. Sicuramente l'insofferenza aumenta particolarmente in chi era solito fare una passeggiata ogni tanto.

Diversamente dalle misure prese in Italia, comunque, qui non è previsto alcun tipo di distanziamento tra gli ospiti. Purtroppo, a dirla tutta, non ci sarebbero nemmeno gli spazi per mantenere le distanze adeguate: gli ospiti, infatti, che sono una dozzina, trascorrono la maggior parte del tempo in una stanza 2m*8m.
Per fortuna, ultimamente, riesco abbastanza spesso a giocare a palla con loro in cortile e, nonostante il caldo, credo si svaghino un po'. 

Durante la mattinata, capita che qualcuno mi chieda di togliermi la mascherina per qualche secondo per vedermi il volto intero. Qualcun'altro, invece, cerca di tirarmela via per farmi un dispetto.
Se un mesetto fa mi sentivo quasi menomata senza potermi esprimere con le labbra e la bocca; ora, invece, mi sto quasi abituando.


Vista serale sul retro della piazz

sabato 18 aprile 2020

D’UNA SPEDIZIONE SULL’HIMALAYA NON AVVENUTA
Ah, dunque questa è L'Himalaya.
Montagne in corsa verso la luna.
Il momento della partenza impresso
su un cielo d’un tratto squarciato.
Deserto di nuvole trafitto.
Colpo nel nulla.
Eco —un muto bianco.
Silenzio.
Yeti, laggiù è mercoledì,
abicì, pane
e due più due fa quattro,
e la neve si scioglie.
Il gallo canta
e rispunta il dì.
Yeti, non solo crimini
sono possibili tra noi.
Yeti, non tutte le parole
condannano a morte.
Ereditiamo la speranza —
il dono di dimenticare.
Vedrai come generiamo
bambini tra le rovine.
Yeti, Shakespeare abbiamo.
Yeti, il violino suoniamo.
Yeti, al calar del buio
accendiamo la luce.
Qui — né terra né luna,
e gelano le lacrime.
Oh Yeti, mezzo uomo-luna,
rifletti, torna!
Così gridavo allo Yeti
fra quattro pareti di valanghe
battendo i piedi per scaldarmi
sulla neve.
Neve eterna.

Poesia di Wislawa Szymborska

Domani è la Pasqua ortodossa. In questi giorni le campane battono spesso il colpo e altoparlanti mobili trasmettono musica araba che ti porta lontano. Eterea a suo modo, antica e spirituale da un ignoto altrove.
Qui è davvero difficile capire il puzzle religioso. L'apparente convivenza pacifica tra cristiani e musulmani cela un astio non indifferente ai miei occhi. Per ora ho avuto modo di sentire (poco) dalla campana cristiana, quindi non posso dire ancora molto.

Noi abbiamo festeggiato Pasqua domenica scorsa con quantità di cibo imbarazzanti.
Ecco una mia versione all'ingrasso (immortalata da Anna) mentre griglio in terrazza.



venerdì 10 aprile 2020

Al lettore, a chi rimane e a chi ha ancora voglia di leggere.

Al lettore: da I fiori del male di Baudelaire. 
«La stoltezza, l'errore, il peccato, l'avarizia, abitano i nostri spiriti e agitano i nostri corpi; noi
nutriamo amabili rimorsi come i mendicanti alimentano i loro insetti.
I nostri peccati sono testardi, vili i nostri pentimenti; ci facciamo pagare lautamente le nostre
confessioni e ritorniamo gai per sentiero melmoso, convinti d'aver lavato con lacrime miserevoli
tutte le nostre macchie. [...]». 

Ieri ho fatto la tinta a Imm Tawfiq, mamma della famiglia che vive sotto di noi. Poi le ho fonato e piastrato i capelli, cercando di dare il meglio di me.
Con questo servizietto mi sono guadagnata un invito a cena. 

Provando a usare la piastra

Ospite dalla famiglia Hosh 

Ho avuto occasione di suonare un po' la chitarra. Poi Jack, il papà di Tawfiq e Andrew, gemelli di quindici anni, mi ha mostrato alcune foto con tutti i turisti passati da qui, da Dar al Majus.

Dopo la cena, a base di spaghetti stracotti con formaggio, olive e rape, abbiamo guardato insieme un pezzo di un film libanese, bevendo whiskey e mangiando noccioline.
La famiglia in questione è cristiana, motivo per cui l'alcool è tranquillamente rintracciabile.

Di seguito qualche foto dell'ultimo periodo.

Cielo in terrazza

Moschea sulla piazza della Natività

Superluna

Cielo durante un'escursione/evasione solitaria pomeridiana

mercoledì 1 aprile 2020

1° aprile 

Sono appena rincasata piena di energia da una passeggiata di quasi un paio d'ore. Non ne facevo una così lunga da tantissimo tempo... È strano sentirsi in qualche modo liberi per così poco. Soprattutto qui in Palestina, a Betlemme, e durante la quarantena. 

Ad ogni modo, uscita di casa passo dal suq, trovando il primo spiazzo del tutto vuoto. Decido quindi di non proseguire, fermandomi soltanto ad ascoltare i suoni e osservando alcuni scorci di scalini e finestre nascoste. 

Continuo poi sul morbido fianco della collina, sorprendendomi piacevolmente al suono di un pezzo di plastica che rotola e che mi immaginavo essere una foglia. Oltrepasso, scendendo, un lieve declivio sfruttato come discarica e, nella discesa, mi godo un cielo spettacolare. 
A seguito di una giornata ventosa e grigia, la volta celeste si squarcia in voragini azzurro intenso, contornate da nuvole grigie e bianche velocissime, vicine ma sfalsate. 
Sbircio nei rari negozietti aperti: mi colpisce particolarmente un minimarket un po' buio con all'interno due genitori anziani e il figlio e una sartoria piena di grembiuli azzurri tutti uguali con all'interno donne che lavorano.

Senza rendermene conto mi ritrovo su Manger Street di fronte alla strada principale semideserta. Sembra quasi che l'usuale traffico e ingorgo si sia ribaltato in cielo: al posto delle quattro ruote, sopra la mia testa, è pieno di rondinoni che si inseguono e che garriscono sonoramente. Fanno spirali, snodi e pare proprio si stiano divertendo. 
Arrivata a questo punto mi stupisco per l'ennesima volta di fronte al paesaggio collinare davanti ai miei occhi.
Concludo la passeggiata facendo un po' di acquisti e godendomi le ultime luci della giornata prima dell'imbrunire. 

(Piccola soddisfazione della giornata: da quando sono uscita di casa a quando sono rientrata, ho parlato solo il mio mix strano tra fusha e palestinese! E, altra cosa, mi sono sentita abitante di questa città e delle sue strade. Bella sensazione!) 

Il muezzin riprende ora a cantare: mi viene in mente che a fine mese inizia il ramadan! Chissà come sarà quest'anno... Sarebbe/sarà un peccato non poterne vedere uno ordinario. 

Al di là di questa piacevole passeggiata in solitaria, le mie attività quotidiane continuano come sempre. Di seguito qualche foto degli ultimi giorni.





Scorcio di un quartiere vicino al mio posto di lavoro


Disinfestazione anti corona


Ballo con Salem

“Questa è la vera difficortà di la doppia morti, la morti cchiù amara, la morti cchiù disgraziata, che non è moriri senza sapiri di moriri,...