martedì 9 giugno 2020

Anche lo scorso weekend sono riuscita a non rimanere a Betlemme e a fare due giretti fuori porta.
Sabato, giorno di festa per gli ebrei, ovvero Shabbat, sono stata a Gerusalemme.
Ho esplorato meglio i vari quartieri della città vecchia, sono ripassata dal Muro del Pianto e dal Santo Sepolcro (quasi deserto!) e ho provato ad entrare alla Spianata delle Moschee, ma, come succede nella maggior parte dei casi, l'ingresso era riservato esclusivamente ai fedeli musulmani.

Al Muro del Pianto non c'era quasi nessuno: evidentemente per lo Shabbat la maggior parte degli ebrei erano in sinagoga o al pranzo di famiglia.
Molteplici le donne che mi hanno squadrata malissimo vedendo la macchina fotografica. Durante shabbat, infatti, non si può nemmeno essere fotografati.
Qui di seguito uno stralcio di articolo che spiega cosa gli ebrei evitano di fare durante lo Shabbat. 

"Le attività proibite di sabato. Le principali attività che un ebreo non può svolgere di sabato, secondo quanto i rabbini hanno anticamente stabilito, si riferiscono a un tempo che fu, corrispondono ai 39 tipi di lavori necessari per la costruzione del tabernacolo, e quindi poco compatibili con la vita moderna. Ma gli ebrei, popolo notoriamente ingegnoso e acuto, hanno tradotto i divieti in base all’evoluzione subita dalla storia. Perché il succo dello shabbat è quello di non turbare il normale equilibro della natura. E così dal tramonto del venerdì per circa 25 ore gli ebrei non possono scrivere, non possono accendere la luce, non possono rispondere al telefono, non possono cucinare, non possono fare shopping. Non possono disfare nodi, non possono macellare, non possono cacciare, non possono costruire né demolire. Per ovviare alle scomodità, la luce la accendono in anticipo, e idem per la cucina tenendo il cibo al caldo in forni dotati di timer. In molti palazzi, oltre che negli hotel che osservano lo shabbat, sono stati installati ascensori che fermano ad ogni piano. E se squilla il telefono chiedono a qualcuno di rispondere al loro posto e si fanno poi passare l’apparecchio. Perché il problema è innescare la chiamata, non parlare al telefono. E via di questo passo. Nel dubbio, meglio astenersi dal fare qualsiasi cosa."

tratto da
https://primabergamo.it/cronaca/perche-gli-ebrei-il-sabato-non-possono-neppure-guidare/  


Muro del pianto

Settore femminile del muro

Ingresso alla spianata

Coppia anziana nel quartiere ebraico

Domenica, invece, sono stata a una specie di tour con la stessa guida che ci ha portato nel deserto settimana scorsa. Abbiamo visitato l'ulivo più antico, un paio di fonti sorgive d'acqua (tra cui una delle poche che Israele non si è ancora presa) e, dopo una camminata nel verde, abbiamo ammirato un tramonto fantastico dal villaggio di Battir. 
Per mia sorpresa ho scoperto che molti dei luoghi visitati domenica saranno annessi ai territori israeliani, secondo il nuovo piano di annessione che si dovrebbe attivare dal primo luglio. 
Le persone qui iniziano a preoccuparsi e probabilmente nelle prossime settimane si scalderanno un po' gli animi. Vediamo cosa si muoverà.  


Ulivo secolare




Tramonto da Battir





Sentire il peso specifico di ogni passo sulla polvere di questa terra
Calpestare più suolo possibile
Fare presenza
Attendere che accada il peggio

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