martedì 7 luglio 2020

Da Betlemme, città fantasma per la seconda volta.

Lo scorso sabato il nostro capo ci ha portato all'avventura nel deserto per sfuggire un po' a questo nuovo lock-down cittadino. 
Rimango sempre colpita dall'aleatorietà degli spostamenti e dall'inevitabile rassegnazione con cui lui e la famiglia sono costretti ad affronatare anche una "semplice" gita. Dal momento in cui la moglie è palestinese, non potevamo prevedere se al soldato di turno al check-point andasse a genio o meno che lei passasse. In sostanza siamo partiti da casa loro consapevoli che saremmo potuti non entrare in Israele e che avremmo conseguentemente trascorso la notte in tenda nel giardino di casa anzichè nel deserto.

Alla fine ce l'abbiamo fatta e siamo riusciti ad avviarci verso Mitzpe Ramon, a circa 200 km a sud di Betlemme.
Abbiamo percorso una strada piuttosto lunga, in modo da evitare numerosi check-point e posti di blocco. Per pranzo ci siamo fermati in una riserva naturale con un paio di laghetti e poi abbiamo proseguito verso sud, attraversando paesaggi collinosi e boscosi e altri più aridi e desertici.
Viaggiando di shabbat, il percorso in andata è stato piuttosto veloce e senza intoppi.

Una volta arrivati a Mitzpe Ramon, nel pomeriggio, abbiamo piantato le tende in una sorta di campeggio/base e ci siamo avviati a fare una passeggiata nel deserto roccioso al tramonto.
Il Sole in fuga a ovest e la Luna piena nella sua risalita da est, in scherno al suo pianeta.

Nel silenzio della notte, dopo il fuoco, i giochi con i bambini e le risate, mi stavo godendo la tintarella sulle rocce quando sento uno scalpiccio, sempre più intenso e più vicino. Appena in tempo per non spaventarmi troppo, vedo da lontano un cavallo bianco al trotto. Comparsa desertica.
https://www.youtube.com/watch?v=zSAJ0l4OBHM 

Domenica, rientrando verso casa e nelle varie tappe (tra cui una fattoria con lama e alpaca), abbiamo visto pullman e pullman carichi di giovani israeliani e israeliane in divisa militare. Erano davvero una quantità impressionante e tutti giovanissimi.
Essendo in uno stato di guerra, Israele prevede il servizio militare obbligatorio. Le ragazze due anni e i ragazzi tre.
Mi ha fatto non poca impressione vedere la normalità con cui si mangiavano un BigMac con il mitra appoggiato sulle gambe. 
Ho anche notato un signore in abiti civili con una pistola alla cintura. E, così, ho scoperto che i coloni possono avere con sè armi.

Al momento sono sfornita di foto, ne caricherò qualcuna prossimamente!

Col cuore in attesa di buone notizie
E nella speranza di vacanze italiane
Saluti da dietro il muro

1 commento:

  1. Caspita! Il servizio militare di 2/3 anni e le armi portate come un oggetto qualsiasi.
    La passeggiata nel deserto la vorrei fare anch io.
    Un caro saluto e sono contenta che stai bene

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“Questa è la vera difficortà di la doppia morti, la morti cchiù amara, la morti cchiù disgraziata, che non è moriri senza sapiri di moriri,...