mercoledì 3 giugno 2020

Venerdì e domenica scorsa gite fuori porta.
La prima, a partire dal villaggio beduino di Arab Ar-rashaiyda, fino a un punto panoramico sul Mar Morto, percorrendo alcuni tratti in jeep e altri a piedi e in compagnia di una ventina di donne palestinesi.
Il secondo giro, invece, è stata un'escursione al Mar Morto con annessi bagno, fanghi e tappa al tramonto a Mar Saba. Ingresso a pagamento in quanto non esistono spiagge libere (?).








Convento di Mar Saba e circondario



Sabato pomeriggio, invece, avevo voglia di fare un giro al muro. Nel tragitto per raggiungerlo sono passata dal campo profughi e ho esplorato qualche vicolo secondario. Caso vuole che incontri una bimba, Tala, che mi invita a salire in casa. Entro in questa abitazione piuttosto moderna e inizio a chiacchierare con la mamma e le due sorelle maggiori, una mia coetanea (con una bimba di un anno) e l'altra di vent'anni. Oltre a loro due c'è anche il fratellino più piccolo, Jod. 
Mi raccontano di essere in totale otto figli: cinque femmine (quattro già sposate e l'ultima fidanzata) e tre maschi. É una famiglia musulmana e, diversamente dalle aspettative, nessuna delle tre donne presenti indossa il velo. Inoltre, nessuna delle tre lavora, quindi deduco anche che siano piuttosto benestanti.
Mi viene offerto del tè con i biscotti, chiacchieriamo e fumiamo il narghilè, altra cosa che non mi aspettavo. Gioco e ballo un po' con Tala e Jod, senza accorgermi del tempo che scorre e con la musica altissima di sottofondo. 
Alla fine non sono stata al muro, ma è stato un pomeriggio estremamente piacevole, sempre all'insegna dell'accoglienza e dell'apertura di questa terra e di questo popolo.

Bambine che giocano nel campo profughi 


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