domenica 17 maggio 2020

Date le temperature decisamente estive, venerdì sera sono andata a correre dopo il tramonto.

Sull'asfalto, pezzettini di vetro diventano lucciole estive.
L'elicriso pungente si fa spazio nel naso,
conduce a memorie lontane e isolane. 
Il paesaggio notturno si apre su colline illuminate,
luci intermittenti, spie di vite dimenticate,
verdi lune a testa in sù e
altoparlanti sordi, tesi al cielo veemente.
Affondate su materassi polverosi, si destano le membra
voci che richiamano, chiamano e chiedono di amare.
Dov'è il mare?

Ai piani alti, in questi giorni iniziano a parlare di annessione. Paura. Tanta.

Ieri allo zenit, bellissimo giro al mercato. Tantissime nuove bancarelle. Fiumi di donne e grumi di uomini tra la frutta e la verdura, tra kenwood usati dell'anteguerrra, vestiti palestinesi, pastori che vendono burro e formaggio, anziane velate che vendono mandorle verdi e ceci freschi.







Nessun commento:

Posta un commento

“Questa è la vera difficortà di la doppia morti, la morti cchiù amara, la morti cchiù disgraziata, che non è moriri senza sapiri di moriri,...