domenica 15 marzo 2020

Buonasera!

Qualche racconto dell'ultima settimana a Betlemme. 

Il clima nelle strade non è cambiato molto dalla settimana scorsa. Purtroppo si nota tristemente che sempre più negozi stanno rimanendo chiusi. Anche qui, come in Italia (?) si respira aria satura di surrealismo. Zero turisti, nessuno che ti chieda di comprare una kefiah o dei dolci, sguardi sospettosi e ancora qualche "corona, corona go away". 

Tassisti in Manger Street senza lavoro
In realtà, mi sembra che la tensione che settimana scorsa si tagliava con un coltello si sia un po' alleviata: pian piano i commercianti del suq o di Star Street mi iniziano a riconoscere, quindi mi chiedono come sto e hanno piacere a scambiare due parole.

Anche qui possiamo uscire solo per andare al lavoro e per la spesa, niente di più. Nonostante questo, devo dire che, fortunatamente, il tempo sta trascorrendo piuttosto piacevolmente. 
Uno degli appuntamenti fissi delle nostre giornate è il cibo: ci divertiamo a sperimentare vari piatti e ricette e a recuperare in modo creativo i rari avanzi. 
Poi, per smaltire un po' di energie in eccesso, stiamo cercando di fare sport il più frequentemente possibile (sempre rimanendo a casa). Tra sessioni di yoga, stretching e crossfit (!) proviamo anche a smaltire le quantità di calorie che ingeriamo costantemente. 
Di sera, invece, si chiacchiera molto a tavola, si ride e si suona un po' la chitarra o si guarda un film.

A inizio settimana sono rimasta a casa e ho portato avanti qualche lavoretto da ufficio e qualche traduzione. 
Poi ieri e l'altro ieri ho iniziato ad andare nella Casa della Pace di Betlemme. In questo luogo, gestito dalle suore di Madre Teresa, risiedono signori e ragazzi con problemi psichiatrici o di disabilità. 
Ho prevalentemente aiutato nelle seguenti mansioni: pulizia dei pavimenti, rifare i letti, lavare i vestiti a mano (dato che non usano le lavatrici) e dare da mangiare la merenda o il pranzo a chi non riesce da solo. 
È un posto particolare in quanto credo che le storie e particolarità dei residenti siano molto diverse tra di loro e, purtroppo, ai miei occhi, le loro giornate trascorrono secondo una routine piuttosto statica, retrograda e angusta. 
Spero di poter proporre qualche attività ricreativa prossimamente. 
In questi due giorni, sono stata guidata nei lavori da suor Marilla, una signora del Kerala che parla molto bene arabo e inglese. In generale, direi che tutto il personale è molto gentile e disponibile: sia la cuoca che la signora delle pulizie cercano di aiutarmi con il mio arabo/palestinese.
Cercherò di mandare qualche foto prossimamente. 

Quella che segue è un'altra immagine scattata dal terrazzo in uno degli ultimi giorni di Sole (ultimamente, infattim le giornate sono piuttosto uggiose, piovose e ventose)


Visuale dal terrazzo in un raro giorno soleggiato



Oltre ai miei raccontini, c'è non poca preoccupazione per l'evoluzione e le ripercussioni del corona sulla comunità di Betlemme e, più in generale sulla situazione israelo-palestinese. Partendo dal fatto che Betlemme si basa molto sul turismo, le conseguenze economiche e sociali saranno piuttosto devastanti. 
Ieri anche Israele ha dichiarato lo stato di emergenza, quindi, ci hanno accennato che moltissimi lavoratori palestinesi del nord non potranno più andare al lavoro perchè molti check-point sono chiusi.

Purtroppo non ho molte nuove foto perchè ho poche occasioni per scattarne dal momento in cui gli spostamenti sono piuttosto limitati e anche per non attirare troppo l'attenzione degli abitanti.

Un abbraccio a tutti!

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